Nulla lasciava presagire che Aurèle Morf sarebbe diventato viticoltore e cantiniere. È solo in seguito a un viaggio intrapreso alla fine del liceo nello spirito di Nicolas Bouvier, scrittore e viaggiatore ginevrino, che si immerge nell’universo del vino.
“Non si parte per fare un viaggio, ma per farsi fare o disfare dal viaggio” scriveva Nicolas Bouvier.
Fu così che i casi della vita portarono Aurèle Morf a Moutier con l’idea di creare una propria cantina e piantare delle vigne, e costruire poco a poco un’azienda vitivinicola sui fondi dell’ex monastero di Moutier-Grandval. Qui la coltivazione e la vinificazione avvengono nella massima semplicità, privilegiando il prodotto grezzo e mettendo l’accento sul fondamentale ruolo sociale del vino, ovvero sul piacere del gusto e sulla convivialità.
La vita ha in seguito condotto Aurèle Morf a Bevaix, in Ticino e nel Vallese, prima di fargli fare ritorno nella sua terra di origine. Oggi propone un assortimento di vini che è il frutto delle sue peregrinazioni, alcune giunte a conclusione come per il Ticino o Buitonnaz, altre ancora in corso sotto forma di collaborazioni durature.
Aurèle Morf si immagina un futuro in cui la viticoltura sia parte integrante di un sistema agroforestale che abbracci anche la fauna, con l’obiettivo di instaurare un legame tra il vino, e quindi la persona che lo beve, e una natura viva e vibrante.
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